"(RI)COSTRUIRE LA SINISTRA"

23-03-2018 -

Come di consueto da vent´anni a questa parte anche dopo le elezioni del 4 marzo scorso non è stata fatta una seria e condivisa analisi del voto in quello che fu il glorioso schieramento di centrosinistra. Probabilmente perché questa comporterebbe una presa di coscienza degli errori commessi, ma soprattutto porterebbe alla consapevolezza di non aver ascoltato i segnali che da troppo tempo il popolo lancia alle presunte forze di Sinistra.
L´osservazione della disastrosa situazione politica italiana che ha prodotto questo risultato elettorale, non può ridursi alle obbligate e tardive dimissioni di chi, con un lento e logorante lavoro durato cinque anni, è riuscito a trasformare un timido centrosinistra in un perdente ed arrogante centrodestra. Per non vanificare questa annunciata catastrofe, che ha quasi consegnato il Paese alla Lega di Salvini, è doveroso associare a questa liberazione politica post voto (le fasulle dimissioni di Renzi) una riflessione sui motivi che hanno condotto l´elettorato a punire le forze del presunto centrosinistra.
Naturalmente tutto questo è stato evitato, e se qualcuno è andato a sciare o a giocare a tennis per rilassarsi dopo la sconfitta, altri non si sono assunti il difficile compito di ragionare per comprendere il motivo per cui i milioni di voti sono letteralmente fuggiti.
Troppo facile, anche qui, sostenere che il governo adesso spetta a chi ha vinto (a proposito, ma chi ha vinto con questa meravigliosa legge elettorale ?) le elezioni, quasi a sgravarsi di doso il peso della penosa rovina; facendo finta di ignorare che il motivo risiede anche nella politica di governo del Paese degli ultimi cinque anni.
Aprire una seria riflessione politica su ciò che è accaduto porterebbe a comprendere che negli ultimi anni la Sinistra non è esistita, si è nascosta, cedendo il passo alla smania di potere di alcuni gruppetti. Il PD fin dalla sua nascita è stato sempre un partito di centro e con il tempo, e grazie alla determinante azione di Renzi, è riuscito a diventare un partito di centrodestra, con politiche di centrodestra, con alleati di centrodestra. Incontrastato da una inconsistente Sinistra, oggi capitanata da troppi – illusi – leaders, non hanno avuto il coraggio di smarcarsi da un certo atteggiamento, e non hanno proposto una alternativa programmatica a quel dominio.
Il fallimento politico, prima che elettorale, di Liberi e Uguali evidenzia che la necessità di costruire seriamente una Sinistra in Italia richiede valori, impegni e proposte concrete, diverse dalle bugie fino ad ora sbandierate. Il proporre un´accozzaglia elettorale senza un´offerta precisa se non quella rappresentata dalla lotta al PD, portata avanti da personaggi provenienti quasi esclusivamente dal quel partito o da quell´area (per onestà intellettuale va ricordato a che legge che parecchi hanno avuto "l´onore" di votare il Jobs Act, la Buona Scuola, la Legge Madia, la "riforma" costituzionale ..., non va dimenticato anche che taluni alla presidenza delle Camere hanno consentito espedienti come il "canguro" e la "ghigliottina"), senza peraltro un capo carismatico in cui riconoscersi; è stato considerato dal corpo elettorale l´ennesima presa in giro. A decretare poi la sua fragilità c´è anche il fatto per cui, dopo l´insuccesso elettorale, non appena paventata l´idea delle dimissioni di Renzi, molti si sono precipitati a manifestare l´ipotesi di un rientro nel Partito Democratico.
Liberi e Uguali non è riuscita a intercettare in nessun modo le esigenze ed i problemi del Popolo di Sinistra, non è riuscita a proporre un modello in cui credere anche dopo le elezioni. Gli operai, i lavoratori, gli studenti, la gente comune (nonostante le aggressive campagne contro gli unici esempi di governo cinque stelle, vedi Raggi, Appendino, Nogarin) hanno preferito affidarsi all´ignoto, piuttosto che sostenere l´inesistenza programmatica di LeU. Non comprendere questo significa ignorare la realtà del Paese in cui lo stato sociale è retto dai nonni, lavoratori o pensionati che siano, che a fatica riescono a garantire in molti casi il sostentamento e l´organizzazione delle giovani famiglie soffocate dall´assenza di lavoro o da lavoro sottopagato, magari ad ore. Sottovalutare questo significa non gestire il disagio sciale e culturale che poi provoca odio verso coloro che hanno più difficoltà o che scappano da situazioni tragiche, scatenando un´inutile guerra tra poveri che ha il solo scopo di consegnare gli elettori alle menzogne della Lega. Trascurare il mondo del lavoro, anche grazie ad un sindacato politicamente inesistente, spesso volutamente miope davanti a certe scelte governative, significa non adempiere al compito principale di un soggetto politico moderno di Sinistra, equivale ad abdicare al proprio compito.
Tutto questo è stato accantonato, per incapacità, per volontà; non è dato saperlo. Il percorso per dar vita ad una vera forza di Sinistra non può essere affidato ad una emergenza elettorale, è cammino difficile e molto lungo ma passa obbligatoriamente da questi temi. Una forza politica per essere tale prima di proporre improbabili soluzioni deve conoscere e comprendere le richieste e i problemi della sua base, della società in cui vive, coinvolgerla nelle discussioni e nei progetti; non può anteporre a questi il presuntuoso e misero desiderio di potere.


Fonte: di ERNESTO RICCI