TAGLI AI FONDI AGLI INFERMIERI
di Sergio Castelli

21-12-2025 -

Quando la politica taglia sui fondi per gli infermieri, le conseguenze ricadono su tutti noi
Negli Stati Uniti, l'amministrazione Trump riduce i finanziamenti destinati alla formazione degli infermieri. American Nurses Association ha definito inconcepibile questa decisione. Anche in Italia si propone di velocizzare i percorsi formativi introducendo la specializzazione infermieristica in appositi licei, a scapito della laurea professionale.

Ridurre l'investimento nella formazione degli infermieri significa indebolire il fulcro di ogni sistema sanitario. Questo, però, sembra essere l'orientamento della nuova amministrazione Trump, che promuove una serie di tagli al sistema sanitario e ai finanziamenti per la ricerca. Tra questi interventi spicca una modifica alla formazione infermieristica: il Dipartimento dell'Istruzione ha deciso di escludere la professione infermieristica dalla categoria delle "professional degree", ossia i percorsi accademici che negli Stati Uniti offrono condizioni vantaggiose per i prestiti agli studenti.

Nella realtà statunitense, il concetto di "professional degree" è molto rigoroso. Non solo definisce il titolo necessario per esercitare una professione specifica, ma certifica anche un livello di competenza avanzato, spesso equivalente a un dottorato. Parliamo di corsi di studio che richiedono almeno sei anni dopo il diploma, includendo generalmente due anni aggiuntivi di formazione post-laurea, e che sono praticamente sempre collegati a una licenza professionale. Questa categoria abbraccia discipline come medicina, farmacia, odontoiatria, giurisprudenza, psicologia clinica e altre aree specializzate. L'infermieristica, tuttavia, ne è esclusa. Non è solo una mera questione amministrativa.

La professione infermieristica (nella foto 1) ha orientato i suoi sforzi verso una crescente specializzazione: master, dottorati in pratica infermieristica (DNP) e ormai PhD in Nursing sono essenziali per formare educatori, ricercatori e leader nei reparti sanitari. Privare questi percorsi dello status di "professional degree" vuol dire ridurne significativamente l'accessibilità per migliaia di studenti a causa dei costi. Non è solo una questione amministrativa di poco conto.

L'American Nurses Association ha denunciato questa decisione come "inconcepibile”, avvertendo che potrebbe compromettere le basi dell'assistenza ai pazienti. Anche Olga Yakusheva, economista e docente di infermieristica ed economia sanitaria alla Johns Hopkins University, è chiara: alzare barriere economiche sulla formazione scoraggerà molti giovani, riducendo la possibilità di avere infermieri altamente qualificati e, inevitabilmente, indebolendo il sistema sanitario. «Limitare l'accesso alla formazione avanzata degli infermieri equivale a limitare l'intero sistema sanitario», ha sottolineato.
Sul piano economico, la situazione è allarmante. Attualmente, oltre 260mila studenti sono iscritti a corsi triennali di infermieristica e circa 42mila a corsi biennali. Tuttavia, con la legge One Big Beautiful Bill (è stato così definito il pacchetto legislativo promosso da Donald Trump e approvato il 3 luglio scorso dalla Camera dei Rappresentanti con 218 voti a favore e 214 contrari. La norma stabilizza in modo permanente la maggior parte dei tagli fiscali, incrementando allo stesso tempo le risorse destinate alla sicurezza dei confini, alla difesa e alla produzione energetica, mentre riduce i fondi per Medicaid e i programmi di assistenza alimentare), si prevede l'eliminazione del programma di supporto finanziario rivolto agli studenti laureati e ai professionisti impegnati in una formazione avanzata. Anche i prestiti per le famiglie degli universitari durante l'amministrazione Trump saranno ridotti. Questo si tradurrà in un accesso alla formazione specialistica sempre più proibitivo, trasformandolo da diritto in privilegio.

Questa svalutazione della professione infermieristica non è però un problema esclusivamente americano; si tratta di una tendenza globale. Anche in Italia, ad esempio, si discute di "velocizzare" i percorsi formativi: il presidente della Commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha proposto l'idea di un liceo infermieristico (Senato atti DdL 1243 del 24 settembre 2024) abilitante che consenta di lavorare come assistente appena concluso il diploma. Una semplificazione che rischia però di svalutare una professione già fortemente sotto pressione. Non si considera spesso quanto l'infermieristica moderna necessiti di competenze cliniche avanzate, anni di studi universitari, pratica sul campo e percorsi di specializzazione in ambiti come le cure primarie e la sanità pubblica, la pediatria e la neonatologia, nonché l'assistenza in terapia intensiva e nelle emergenze.
Il paradosso è evidente: mentre le esigenze dei sistemi sanitari richiedono agli infermieri sempre maggiore preparazione, autonomia e competenza clinica, la politica spinge verso soluzioni rapide e votate al risparmio nel breve termine.

Un esempio di quanto affermato viene da Milano, dove negli ospedali cittadini stanno operando, affiancati da colleghi italiani e stranieri con le necessarie qualifiche, persone che non comprendono la lingua, non conoscono i nomi né i principi attivi dei farmaci e, ancor meno, la terminologia medica. Carenze messe in luce nel rapporto redatto da un medico di guardia durante la notte tra il 5 e il 6 dicembre presso l'IRCCS Ospedale San Raffaele. Nella nota, stilata il 6 dicembre "Segnalazione criticità personale infermieristico notte 5-6 dicembre reparto Iceberg", si riportano episodi preoccupanti: infermieri che non conoscono l'ubicazione dei farmaci, errori nella somministrazione delle terapie, evidenti segnali di disorientamento dovuti alla mancanza delle competenze necessarie per operare nei reparti più complessi dell'ospedale. Inoltre, si fa riferimento a carrelli dei farmaci mal gestiti, lasciati in condizioni precarie nei corridoi (nella foto 2).

Il personale infermieristico in questione è messo a disposizione da cooperative sociali, alle quali l'amministrazione ospedaliera si rivolge per sopperire alla carenza di addetti, ridurre le spese e incrementare i profitti, secondo quanto riportato dal Sindacato degli infermieri. Proprio ora che la salute pubblica necessiterebbe di maggiori investimenti in professionalità, formazione e ricerca una lezione imparata duramente durante la pandemia si compiono scelte che vanno nella direzione opposta. Questo errore non penalizza solo chi sogna di diventare infermiere; danneggerà tutti noi, prima come pazienti e poi come società intera.




Fonte: di Sergio Castelli