Ruth Dreifuss, seconda di due figli [1], é nata il 9 gennaio 1940 a San Gallo, nell' omonimo Cantone svizzero, dal commerciante Sidney Dreifuss (1899-1956) e da Jeanne Bicard (1905-1962). Nel 1942 la famiglia si trasferí a Berna e nel 1945 a Ginegra, dove Ruth studiò, fino al conseguimento, nel 1958, di un diploma in gestione aziendale. In ossequio alla mentalitá tradizionalista di allora, i genitori non incoraggiarono Ruth a proseguire i suoi studi all'universitá. La giovane, dunque, trovò lavoro, tra il 1958 e il 1959, in Ticino, come segretaria d'albergo. Dal 1961 al 1964 lavorò a Basilea, come redattrice del settimanale Cooperazione, fondato nel 1902 come organo dell'Unione svizzera delle cooperative, dunque in un ambiente vicino alle idee socialiste. Nello stesso periodo la troviamo anche tra i collaboratori della rivista di sinistra Domaine Public, fondata nel 1963, che nel sottotitolo si definiva indipendente, differente, riformista. Dopo aver seguito un corso di formazione presso la Scuola di Studi Sociali di Ginevra, Ruth, dal 1965 al 1968 fu assistente del Centro Psico-Sociale Universitario, il che la mise in contatto con i problemi della povertà e dell'emarginazione.
Spinta dall'insieme delle sue esperienze, nel 1965, a venticinque anni, aderì al Partito Socialista Svizzero, quello cioè che, più di tutti e con maggior coerenza, si batteva per le riforme sociali e, in particolare, per il voto alle donne, imprimendo così alla sua vita una svolta fondamentale. Su di esso ci pare opportuno spendere qualche parola, prima di riprendere il racconto della intensa vita di Ruth Dreifuss.
Il Partito Socialista Svizzero (PSS), uno dei piú antichi e prestigiosi d'Europa, fu fondato il 21 ottobre 1888, in seguito alla confluenza di preesistenti raggruppamenti locali, politici e sindacali, sulla base di un programma stilato da Albert Steck (1848-1899). Due anni dopo i socialisti riuscirono ad eleggere il loro primo rappresentante al Consiglio Nazionale (Camera dei deputati) [2], Jakob Vogelsanger (1849-1923). Ne 1912 il PSS si schierò decisamente a favore del suffragio femminile [3].
Un ruolo fondamentale il PSS lo esercitò quando, d'intesa col confratello italiano PSI, organizzò, durante la prima guerra mondiale, due storiche conferenze internazionali dei partiti e gruppi socialisti contrari alla guerra, in due cittadine della neutrale Svizzera, la prima a Zimmerwald (5-8 settembre 1915) [4] e la seconda a Kienthal (24-30 aprile 1916) [5].
Il primo socialista ad entrare nel Consiglio Federale (Governo) fu Ernest Nobs (1886-1951), che vi fece parte dal 1943 al 1951. La prima donna socialista ad essere eletta al Consiglio Nazionale (= Camera) fu Lilian Uchtenhagen[6] (1928-2016), nel 1971. La prima ad entrare nel Consiglio Federale fu Ruth Dreifuss (1993-2002). Seguiranno, fra le socialiste, Micheline Calmy-Rey [7] e Simonetta Sommaruga[8].
Fiancheggiano attualmente il PSS quattro organizzazioni, che però godono di larga autonomia: gli Ultrasessantenni, i Migranti, le Donne e i Giovani socialisti. Si legge nel sito del PS, riguardo alle donne (*) e ai giovani (**):
* I nostri obiettivi sono l'emancipazione delle donne e l'uguaglianza politica, economica, giuridica, sociale e culturale di tutti i sessi. Le misure positive per l'attuazione dei diritti delle donne e per prevenire la discriminazione nei confronti di tutte le persone sulla base della loro identità di genere o orientamento sessuale sono al centro del nostro lavoro politico. Ci impegniamo anche ad aumentare la percentuale di donne in politica.
** Noi lottiamo per un mondo più giusto e ci impegniamo per una Svizzera migliore. Noi mettiamo la persona al centro della nostra politica. Noi vogliamo un sistema economico che ridistribuisca la ricchezza alla popolazione, offra un lavoro a tutti e rispetti l'ambiente. Noi lottiamo per l'uguaglianza. Noi lottiamo per una società in cui ciascuna e ciascuno abbia le stesse opportunità di sviluppare le proprie inclinazioni. Noi ci impegniamo per una società in cui nessuno sia svantaggiato a causa della propria origine sociale, del colore della sua pelle o della sua sessualità. Noi siamo i giovani del Partito Socialista.
Negli anni seguenti Ruth si schierò contro la guerra del Vietnam, partecipò al movimento del '68 e si interessò dei Paesi del Terzo Mondo. Il suo crescente interesse per l'analisi economica e lo studio del funzionamento della società la spinsero a seguire corsi serali per ottenere la maturità e poi a iscriversi all’Università. Nel 1970, si laureò in Economia (con particolare attenzione all'Econometria), all'università di Ginevra, nella quale divenne assistente fino al 1972, presso la Facoltà di Scienze Economiche e Sociali [9]. In quello stesso anno venne assunta, prestando servizio fino al 1981, come collaboratrice scientifica presso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione del Dipartimento federale degli Affari Esteri.
Nel 1981 fu eletta – prima donna a ricoprire tale carica - segretaria generale dell'Unione Sindacale Svizzera (USS), il sindacato svizzero più rappresentativo, fondato nel 1880 e vicino ai socialisti. Come sindacalista si occupò con particolare attenzione di previdenza sociale, diritto del lavoro, promozione dei diritti delle donne e rapporti con l'Organizzazione Mondiale del Lavoro (OIL). All'inizio degli anni '80 guidò vigorosamente la campagna per l'iniziativa lanciata dall'USS per l'introduzione di un congedo di maternità; iniziativa che venne però respinta a larghissima maggioranza nel 1984. Come sindacalista, Ruth Dreifuss fece parte di diverse commissioni federali extraparlamentari, a contatto delle quali poté maturare una notevole conoscenza dell’amministrazione federale e degli ambienti politici. L’unica sua esperienza diretta in politica, prima di accedere al Consiglio Federale (governo), è stato il mandato di consigliera comunale a Berna dal 1989 al 1992.
Ruth Dreifuss lavorò all'USS fino al 1993, anno in cui venne eletta al Consiglio Federale (governo), dopo una serie di avvenimenti e di tensioni tra le forze politiche, che finirono per aprire la strada alla sua carriera politica nel modo seguente, largamente imprevisto.
Quando, in seguito alle dimissioni per motivi di salute di René Felber (1933-2020), si rese libero un posto di componente socialista [10] del Consiglio Federale (governo), il PSS scelse come suo successore la deputata ginevrina, sindacalista e femminista socialista, Christiane Brunner[11]; ma la maggioranza borghese e maschilista dell'Assemblea Federale, mostrando di preferire un uomo al posto della Brunner, il 3 marzo 1993 elesse, anziché la candidata ufficiale del partito, un altro socialista [12]: Francis Mattey (n. 1942), allora membro del Consiglio Nazionale svizzero (deputato) [13], il quale, però, in seguito alle forti pressioni del partito e, in particolare della sua area femminista [14], declinò l'incarico.
Coì Ruth in seguito commenterà la vicenda: Anche io ero arrabbiata. La mancata elezione di Christiane è stata, dopo quella di Lilian Uchtenhagen [15], una seconda offesa del parlamento nei confronti delle donne e del mio partito.
Dopo la rinuncia di Mattey, il PSS indicò, oltre alla precedente candidatura della Brunner, anche quella della Dreifuss.
Il 10 marzo successivo Ruth Dreifuss, senza essere stata mai parlamentare né membro di un esecutivo, fu eletta consigliere federale (ministro) [16]. Il suo mandato sarà rinnovato per altre due volte [17]. Ruth era la seconda donna svizzera [18] e la prima donna socialista a ricoprire quella carica. La Brunner, donna, sindacalista e socialista pure lei, mettendo da parte l'orgoglio personale, così commentò l'elezione di Ruth: Siamo sorelle gemelle!
All'interno del governo svizzero la Dreifuss dal 1993 al 2002 diresse il Dipartimento Federale dell'Interno (DFI), ministero che si occupa della sanitá pubblica, delle assicurazioni sociali, della ricerca scientifica, dell'istruzione superiore, della cultura, dei musei, degli archivi, della paritá di genere, dell'ambiente. In tale veste, nonostante la recessione economica e la ventata di liberismo di quegli anni, si impegnó a fondo per l'introduzione di una nuova legge sull'assicurazione sanitaria che garantisse una copertura universale alla popolazione. Fondamentale fu il suo impegno per il congedo di maternitá retribuito, che sará introdotto nella legislazione federale nel settembre 2004 [19]. Promosse, inoltre, una nuova politica sulle droghe, basata sul principio dei „quattro pilastri“: prevenzione, terapia, riduzione del danno e repressione.
Per tutto l'anno 1998 Dreifuss ricoprí la carica di Vicepresidente della Confederazione Svizzera e l'anno dopo venne eletta Presidente, in ossequio alla tradizione che vuole la carica ruotante tra i sette componenti del Consiglio Federale [20]. E' stata perciò la prima donna nella storia svizzera a ricoprire tale carica.
Il 30 settembre 2002 Ruth Dreifuss annunciò la sua decisione di lasciare, alla fine dell'anno, il Consiglio Federale: La politica non è mai stata qualcosa di astratto per me. Mi sono sempre impegnata per rispondere ai bisogni di sicurezza degli abitanti di questo paese e per creare le condizioni affinché possano realizzare i progetti della loro vita.
Lasciato il Governo, Ruth non lasciò l'attività pubblica.
E' stata cancelliera dell'Universitá per la Pace, con sede in Costa Rica, creata in seguito ad una risoluzione dell'Assemblea dell'ONU del 5 dicembre 1980, al fine di promuovere - attraverso l'insegnamento, lo studio delle materie collegate alla pace, la formazione post-laurea e la ricerca - la costruzione e il mantenimento della solidarietá e della coesistenza pacifica nel mondo.
Dal 2004 al 2006 presiedette la commissione, incaricata dall'Organizzazione Mondiale della Sanitá (OMS), che si occupava di salute pubblica, innovazione e diritti di proprietà intellettuale, con l'obiettivo di favorire l'accesso dei Paesi poveri ai farmaci brevettati.
In occasione del quarto Congresso mondiale contro la pena di morte, tenutosi a Ginevra nel febbraio 2010, la rappresentante svizzera, la socialista Pascale Bruderer, Presidente del Consiglio Nazionale, così si espresse: Rifiutiamo categoricamente l'idea che si possa uccidere in nome della giustizia. Una moratoria internazionale non puó piú attendere. Ruth fu eletta componente della Commissione internazionale contro la pena di morte.
Nel gennaio 2011 alcuni personaggi americani ed europei, fra cui la Dreifuss, volendo esercitare la loro influenza per ispirare una migliore politica mondiale in materia di droga, decisero di costituire una Commissione globale sulla politica in materia di droga, aperta a successive nuove adesioni. Fra i componenti l'ex Primo Ministro neozelandese, la laburista Helen Clark e la socialista svizzera Ruth Dreifuss, che ne sará presidente nel periodo 2016-2020.
Il 24 settembre 2012 Il Consiglio d'Amministrazione della Fondazione per Ginevra consegnò il Premio della “Fondazione per Ginevra” per l'anno 2012 a Ruth Dreifuss, per il suo impegno e la sua azione a livello internazionale a favore dell'abolizione della pena di morte e della lotta all'AIDS e alla droga, con la seguente motivazione: Ex consigliere federale per dieci anni e prima donna eletta Presidente della Confederazione, Ruth Dreifuss continua le sue battaglie per la paritá di diritti tra uomini e donne e una maggiore giustizia sociale, sia a livello nazionale che internazionale. La lotta in fondo non ha mai lasciato questa straordinaria personalità, dai più modesti gradi della sua attività ai più alti gradini del potere.
Nel novembre 2015 il Segretario dell'ONU, Ban-Ki-moon, nominò un Gruppo di Alto Livello, co-presieduto da Ruth Dreifuss [21], col compito di formulare proposte in merito alla problematica dell'accesso ai farmaci. Il rapporto del Gruppo, intitolato Promuovere l'innovazione e l'accesso alle tecnologie sanitarie, fu pubblicato il 14 settembre 2016.
Ruth fa parte del Consiglio delle donne leader mondiali, sorto nel 1996 e composto da donne che sono o sono state capi di Stato o di Governo. Esso ha lo scopo di intervenire collettivamente nelle piú importanti questioni che riguardano le donne. Attualmente ne fanno parte varie donne socialiste, come Jacinda Arden (Nuova Zelanda), Michelle Bachelet (Cile), Micheline Calmy-Rey (Svizzera), Helen Clark (Nuova Zelanda), Edith Cresson (Francia), Viorica Dancila (Romania), Mette Fredericksen (Danimarca), Julia Gillard (Australia), Tarja Halonen (Finlandia), Gro Harlem Brudtland (Norvegia), Dilma Rousseff (Brasile), Johanna Sigurdardottir (Islanda), Simonetta Sommaruga (Svizzera), Helle Thorning-Schmidt (Danimarca).
Ruth Dreifuss ha sempre combattuto per la causa dei meno fortunati. Donna, socialista, sindacalista, pacifista, ministro: in tutte le problematiche che ha affrontato, ha dimostrato impegno e passione politica, tenacia e competenza, realismo e combattivitá, anche quando ha dovuto fronteggiare tendenze neoliberiste o rigurgiti antifemministi. E lo ha fatto con l'intelligenza e con il cuore, difendendo con energia e con ostinazione lo stato sociale. Ha svolto ruoli di grande rilevanza politica e sociale, ma non si è mai montata la testa: molti ricorderanno sempre la ministra che andava al lavoro con i trasporti pubblici e che faceva la spesa al supermercato, come una comune cittadina.
[1] Il fratello maggiore di Ruth, Jean Jacques, nato nel 1936, era professore di fisiologia nella Facoltà di Medicina dell'Università di Ginevra.
[2] In Svizzera il potere legislativo è esercitato dall'Assemblea Federale, un parlamento bicamerale, che comprende: A) Il Consiglio Nazionale (= Camera dei deputati) di 200 membri eletti ogni 4 anni con distribuzione dei seggi proporzionata alla popolazione di ciascuno dei 26 Cantoni (= Stati federati). B) Il Consiglio degli Stati (= Senato) di 46 componenti (2 per ciascun Cantone, tranne per alcuni che ne hanno solo 1). L' Assemblea Federale elegge, ogni quattro anni, il Consiglio Federale (= Governo) di 7 membri. Essa elegge, ogni anno, scegliendolo fra i ministri del Consiglio Federale, anche il Presidente della Confederazione Svizzera.
[3] Il suffragio femminile locale e cantonale fu concesso in date diverse dai vari Cantoni, tra il 1959 e il 1990. Quello federale, fu ottenuto in seguito al referendum del 7-2-1971, con l'approvazione del 65,7 % dei votanti.
[4] I delegati svizzeri erano: Ernest-Paul Graber, Robert Grimm, Charles Naine e Fritz Platten. I delegati italiani erano: Angelica Balabanoff (poliglotta-interprete), Costantino Lazzari (segretario PSI), Giuseppe Emanuele Modigliani, Oddino Morgari e Giacinto Menotti Serrati (direttore dell'Avanti!).
[5] I delegati svizzeri erano: Ernest-Paul Graber, Herman Greulich, Robert Grimm, Charles Naine, Ernst Nobs, Fritz Platten, Agnes Robmann. I delegati italiani erano: Enrico Dugoni, Costantino Lazzari, Giuseppe Emanuele Modigliani, Oddino Morgari, Elia Musatti, Camillo Prampolini, Giacinto Menotti Serrati.
[6] Lilian Uchtenhagen (1928-2016), laureata in Scienze Politiche all'universitá di Basilea, economista, già consigliere comunale socialista di Zurigo (1970-74), ricoprì la carica di consigliere nazionale dal 1971 al 1991. Fece parte del Centro Femminile di Zurigo e della Federazione delle Organizzazioni Femminili Svizzere (BSF).
[7] MIcheline Calmy-Rey (n. 1945), laureata in Scienze Politiche, il 1°-1-2003 succederà a Ruth Dreifuss come membro del Consiglio Federale (governo). Sarà due volte Presidente della Confederazione Svizzera: nel 2007 e nel 2011.
[8] Simonetta Sommaruga (n. 1960) farà parte del Consiglio Nazionale, del Consiglio degli Stati e del Consiglio Federale. Nel 2020 sarà Presidente della Confederazione Svizzera.
[9] In seguito Ruth Dreifuss, di origine ebraica, riceverà lauree honoris causa dalle università di Haifa (1999) e di Gerusalemme (2000). La Dreifuss parla 5 lingue: francese (madrelingua), tedesco, italiano, inglese e spagnolo.
[10] In base ad un accordo fra tutti i maggiori partiti, che tiene conto della loro forza elettorale, al Partito Socialista Svizzero spettano 2 consiglieri federali (ministri) su 7. In generale, se un componente del Consiglio Federale viene a mancare, il sostituto spetta a un esponente dello stesso partito, anche se formalmente esso viene eletto dall'Assemblea Federale, che di solito rispetta le indicazioni del partito a cui spetta il seggio.
[11] Christiane Brunner (n. 1947), avvocato e sindacalista, é stata deputato del Cantone di Ginevra (1981-1990), componente del Consiglio Nazionale (1991-95), del Consiglio degli Stati (1995-2007), nonché presidente del Partito Socialista Svizzero (2000-2004).
[12] Dalla tribuna del pubblico, nel sentire i risultati della votazione, si alzó un coro di fischi, mentre fuori centinaia di donne furiose protestavano davanti al Palazzo federale.
[13] Francis Mattey ottenne 130 voti, provenienti dal centro-destra, su 244 votanti, mentre la candidata ufficiale del PSS, Christiane Brunner, ne ottenne solo 108.
[14] Il PS aveva deliberato di riservare uno dei suoi due posti nel Consiglio Federale a una donna.
[15] Lilian Ochtenhagen (1928-2016), consigliere comunale di Zurigo e componente del Consiglio Nazionale, nel 1983 era stata vittima di un caso analogo.
[16] Ruth Dreifuss fu eletta con 144 voti su 228 votanti. Alla Brunner andarono solo 32 voti.
[17] Ruth è stata ministro dal 1°-4-1993 al 31-12-2002.
[18] La prima donna in assoluto ad essere eletta (1984) nel Consiglio Federale svizzero (governo) era stata la liberale Elisabeth Kopp (n.1936).
[19] In base a tale legge, alle madri lavoratrici spetta, per le 14 settimane successive al parto, un'indennità giornaliera pari all'80 % del salario.
[20] Il Presidente (di solito lo diventa chi é stato Vicepresidente nell'anno precedente) dura in carica un anno. La carica é puramente onorifica e di rappresentanza: infatti le funzioni di Capo dello Stato e di Capo del Governo sono svolte dal Consiglio Federale come collegio. Il Presidente, infatti, continua a svolgere la sua normale attività di ministro.
[21] L'altro co-presidente era Festus Gondebayne Mogae (n. 1939), ex Presidente della Repubblica del Botswana dal 1998 al 2008.